Trieste - Liberty & Secession (III)


Palazzo Viviani-Giberti tra Viale XX Settembre, Via Giuseppe Lorenzo Gatteri e Via Giuido Brunner: Il sito, su cui si trova l'edificio in esame, in origine risulta occupato dai terreni estesi al di là del ponte chiamato Chiozza, nel corso dell'Ottocento da case per abitazioni poi demolite. Il palazzo viene realizzato entro il 1907, in base ai progetti del 30 novembre 1906 e 23 luglio 1907 firmati da Giuseppe Sommaruga (1867-1917), architetto milanese, allievo antiaccademico e anticlassico di Camillo Boito, responsabile a Trieste della diffusione dello stile floreale e liberty di ascendenza lombarda, tra cui si segnala l'esempio di Palazzo Castiglioni, analogo al caso triestino. Entrambi i disegni portano il timbro degli ingegneri Viviani e Giberti, titolari dell'omonima impresa di costruzioni e proprietari del fabbricato; agli ingegneri triestini è attribuita l'ideazione dei prospetti laterali. Il progetto iniziale prevede la realizzazione di un impianto occupante il pianoterra e il primo piano, costituito da un nuovo teatro, dal "Cafè Concerto" e dal "Restaurant", mentre ai piani superiori unità abitative. Tale struttura non viene però realizzata completamente; si completa l'allestimento del nuovo Teatro Filodrammatico, inaugurato la notte di Natale del 1907, quando il giornalista de "Il Piccolo" registra l'urgenza di "mettere le vetrate all'atrio del bigoncio, perché altrimenti un'ondata di freddo entra nella sala". Allo stato delle testimonianze dell'epoca, infatti, i lavori sono conclusi solo alla fine del 1908, data in cui "alla galleria libera e inedita, aggettante con curva e controcurva sulla platea e suddivisa al lati da basse tramezze formanti due serie di scomparti, si accedeva attraverso un'agile scala a tenaglia di cui l'ultima larga rampa apriva un più fluido collegamento tra il buffet e il restante organismo teatrale" (Guacci, 1967, p. 8). Le fonti contemporanee ricordano la bellezza delle pitture sulla copertura del vano scale di Giovanni Zangrando e le decorazioni a calcestruzzo di Carlo Pirovano. L'apertura della sala teatrale "filodrammatica", affidata alla Compagnia comica di Sichel-Galli-Guasti, viene patrocinata in origine da Rodolfo Ulmann, per essere ceduta dopo appena un anno a Windsbach e Covaz Brun, con il nome di "Eden". Allo stesso periodo risale l'apertura del "Caffè Eden", conosciuto in seguito anche con il nome di "Caffè-chantant", sotto la direzione di Ernesto Windspach. Nel 1938 il teatro, ospitante opere in prosa e spettacoli di caffè-concerto, viene ribattezzato "Supercinema Principe", per tornare ad assume l'originario nome solo alla fine degli anni Cinquanta del Novecento. L'attuale denominazione di "Cinema Ambasciatori" risale agli anni Novanta, quando il palazzo è stato interessato da un progetto di restauro generale. (da: biblioteche.comune.trieste.it).
Le figure femminili sono opera degli scultori Romeo Rathmann e Romeo de Paoli. E, come da usanza triestina di battezzare in forma umoristica statue e case, Sonoconosciute come "Gigogin" e "Barbara", i nomi di due famose "vedettes" dell'allora vicina casa di tolleranza conosciuta come la "Villa Orientale".



Sopra e sotto:
Casa Agnani (1901) - Trieste, viale XX Settembre 32 - via Rossetti 8 -
Arch. Eugenio Geiringer - Ai primi del 1900 c'era il famoso Caffè Secesion


A destra e sopra: Viale XX Settembre 89 - Architetto C. Mosettig, 1903.

Sopra e a destra: Viale XX Settembre 87
Casa di Candido Mayer costruita nel 1903, su progetti dell’arch. R. De Paoli.



Casa Marin dello scultore Giovanni Marin, noto per i suoi monumenti funebri. La casa del 1905 è stata progettata dagli architetti Ruggero e Arduino Berlam.



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